LA MADONNA DI TRAPANI
"Ogni fiume ha la sua sorgente, ogni albero ha la sua radice"
Risalire alla "sorgente" circa l'arrivo a Trapani del simulacro della Madonna è un'impresa ardua. I documenti storici scarseggiano; pare che una grave epidemia, a metà del '400, abbia convinto i responsabili della Sanità Pubblica a dare alle fiamme suppellettili, libri, scritti del convento, ch'era stato adibito a ricovero degli appestati.
“Per l’ingiuria dei tempi e per la negligenza degli scrittori ci è ignota la venuta di questa santa immagine”.
Da un documento, si deduce che la statua della Madonna dovevasi trovare a Trapani prima del 1345, in una cappella denominata di “Nostra Donna”. La statua della Madonna era già al suo posto nel 1428, quando Anna de Sibilia, nel suo testamento, ordina ad un argentiere di confezionare per “l’immagine della Madonna una corona d’argento bella e bene lavorata dal peso di circa cinquecento grammi”.
Diverse sono le leggende fiorite intorno ad essa e al suo arrivo nella città di Trapani. Una di queste racconta che la Madonna, scolpita a Cipro e venerata a Famagosta (città sulla costa orientale dell’Isola), giunse a Trapani “su nave pisana nel 1291, ond’è più agevolmente a tenerlo siccome di pisana scultura”.
Si suppone che la scultura della Madonna di Trapani s’inserisce nel flusso migratorio d’importazione di opere richieste dai committenti pisani che avevano i loro fondaci nella Sicilia occidentale e che a Palermo, come a Trapani, facevano giungere con le loro navi non solo prodotti commerciali, ma anche artistici.
Le radici culturali della Madonna di Trapani si collocano, dunque, attraverso il suo autore, nel contesto della cultura figurativa toscana dell'avanzato Trecento. L’attribuzione è alla bottega del Pisano, i cui rappresentanti sono Nino e il padre Andrea Pisano.
La statua della Madonna dovette giungere a Trapani tra il 1342, data della costruzione della Chiesa trecentesca dell’Annunziata.
L’immagine della Madonna di Trapani, che i trapanesi venerano con grande amore e con grande venerazione è una statua di marmo pario, monolitica, alta metri 1,65 circa e finemente lavorata, tanto che “lo scultore seppe incarnare nel simulacro di Maria la potenza religiosa e la meditazione scentifica” che i bizantini avrebbero chiamato “Elousa”, Madonna della Tenerezza, e che i trapanesi, del resto, chiamarono per tanto tempo “Madonna della Grazia” - da sempre esercita un forte richiamo di fedeli e visitatori, che ha determinato anche l'ampio sviluppo e rinnovamento, attraverso i secoli, del cenobio carmelitano, circa un secolo prima del suo arrivo.
La beata Vergine è rappresentata ritta, in piedi: con il braccio sinistro regge il Bambino, e porge la destra al Figlio che accosta la sua mano al seno della Madre. Il suo volto è “particolarmente amabile”. Gli occhi, pieni di misericordiosa bontà, non sono rivolti verso il Figlio, ma verso coloro che la contemplano. Il suo sguardo è dolce e manifesta “quell’arcano sentimento dolce e amabile”. Il suo capo è leggermente inclinato. Indossa una tunica e un largo manto “pieghevolmente raccolto”.
Sul capo indossa il velo. Questo velo, che le copre il volto e ricade sulle spalle, lascia scorrere i capelli che ornano il delicato volto della Madonna, lasciandole scoperta una parte del collo.
Il Bambino è tenuto in braccio alla Madre come su un trono. Indossa una tunica che scende sino ai piedi. I suoi capelli sono folti e ricci. Ha il volto di un bambino maturo, come conviene a un Dio eterno; i suoi occhi guardano sereni e fiduciosi verso la Madre, mentre tende la mano sinistra alla mano destra della Madre.
Questa immagine illustra il dogma della maternità divina di Maria. È “l’icona dell’Incarnazione”: presenta Maria come la grande testimone dell’incarnazione del Figlio di Dio; ricorda la centralità salvifica dell’umanità del Verbo eterno e richiama la bontà misericordiosa della Madre di Dio e degli uomini.
Essa, per la finezza dei tratti e per la grande serenità dello sguardo si contempla volentieri, senza mai stancarsi: ha una bellezza più che umana, è accogliente, entra nel cuore, infonde fiducia, tanto che il conte di Albadalista, viceré di Sicilia, dopo averla lungamente contemplata disse: “Chi la vuol veder più bella vada in paradiso”, e il marchese Pietro Fuxardo, anch’egli viceré di Sicilia, esclamò: “Mai mi cadrà dal cuore questa Vergine di Trapani”.
Nel secolo scorso, l’immagine della Madonna era ornata di una smagliante veste ricoperta dagli innumerevoli e preziosissimi ex voto che ne celavano le fattezze.
Come ogni immagine, anche la statua della Madonna di Trapani, prezioso patrimonio dei trapanesi, è da considerarsi un sacramentale della presenza divina, un simbolo efficace di protezione e di vittoria sul male.
SOLENNE INCORONAZIONE
Memorabile resta nella storia del Santuario, tra le tante degne di ricordo, la data di domenica 14 marzo 1734, giorno in cui, esauditi i desideri di tutto un popolo, la Statua della Madonna col Bambino fu incoronata con Decreto del Capitolo di San Pietro in Vaticano: era la prima cerimonia del genere che si celebrava in Sicilia!
Infatti, i frati Carmelitani, spinti dalla crescente venerazione del popolo di Dio verso la Vergine “di Trapani” per mezzo del quale otteneva (ed ottiene tutt’oggi) innumerevoli grazie dal Signore, inoltrarono la richiesta al Capitolo Vaticano il 23 febbraio del 1669 di incoronarla poiché “a niun altrui delle migliori immagini che si adorano in questo Regno di Sicilia è stata mai da detto Rev.mo Capitolo accordata una tal grazia”.
In questo progetto i Frati trovano sostegno sia dal Vescovo di Mazzara che dal Senato. La richiesta ufficiale viene presentata al Capitolo Vaticano dal Vescovo diocesano che con lettera autografa si fa garante di una sintetica relazione preparata dai frati sull’antichità, sui miracoli e sulla devozione alla Madonna di Trapani.
Il Capitolo Vaticano il 22 aprile 1733 commissiona all’argentiere romano Giacomo Gardini le due corone d’oro da inviare a Trapani. Le corone sono già pronte il 31 luglio dello stesso anno. La data fissata per l’incoronazione è il 15 agosto 1733, solennità dell’Assunzione di Maria. Tale evento doveva essere coronato da debita preparazione e relativa solenne cerimonia. Prelato delegato, dal Capitolo Vaticano, “con tutte le facoltà necessarie” per incoronare la statua della Madonna è il trapanese S. Ecc. Mons. Giuseppe Barlotta Ferro, principe di san Giuseppe e Vescovo di Tiletta. Le corone arrivano a Trapani il 14 agosto 1733 e poiché a causa di questo ritardo non si poterono fare i preparativi, la solenne incoronazione fu rimandata al 14 marzo dell’anno successivo l’incoronazione, celebrando solennemente il 15 agosto il millennio della sacra immagine.
Il popolo si prepara intensamente a questa “privilegiata funzione” con un solenne triduo in onore della Madonna. Per concessione di Papa Clemente XII, tutti i fedeli che, confessati e comunicati, visitano “pie hac religiose” il santuario e partecipano “al Triduo delle funzioni da praticarsi in detto solenne giorno dell’incoronazione, possono ricevere l’indulgenza plenaria”.
Ricorrendo il II° centenario della prima incoronazione della sacra immagine, papa Pio XI, in via del tutto eccezionale, con lettera Apostolica dell’8 giugno 1934, “in segno di riconoscenza verso tale singolare Madre e protettrice”, diede “mandato di nuovamente incoronare... con corona d’oro il Simulacro della Beata Vergine Maria di Trapani”. Il solenne rito ebbe luogo il 10 agosto 1934 e fu presieduto dal Card. Luigi Lavitrano, Arcivescovo metropolita di Palermo.
PATRONA DELLA CITTÀ E DIOCESI DI TRAPANI
La Beata Vergine Maria, denominata "Madonna di Trapani" è dichiarata il 26 febbraio 1790 Patrona della Città dal Senato e dal popolo insieme al concittadino Sant'Alberto, dichiarato Patrono Principale ancor prima, 8 dicembre 1576. Il Patronato cittadino della Vergine Maria è confermato il 13 maggio 1908 dal papa San Pio X ed esteso anche a tutta la Diocesi per interessamento del Vescovo carmelitano di Trapani S.Ecc. Mons. Francesco M. Raiti.
Il 30 gennaio 2006, con Decreto della Sacra Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, in virtù delle facoltà datele da papa Benedetto XVI, è confermata Patrona Principale della Diocesi di Trapani.
16 AGOSTO: SOLENNITÀ LITURGICA
Anche la città di Trapani ha sentito il bisogno di chiedere alla Santa Sede di poter celebrare la festa della Madonna di Trapani con l’Ufficio e la Messa propri. Così il 20 marzo 1762 papa Clemente XIII, dietro richiesta di Mons. Girolamo Palermo, Vescovo di Mazzara del Vallo, concede di celebrare la festa della “B. M. V. Drepanitanæ” con l’Ufficio e la Messa de Communi col rito doppio di prima classe, cosa abbastanza rara in questo periodo, fissandone la festa il 13 agosto, mentre, per antica consuetudine, si celebrava il 15 agosto.
Il 14 giugno 1845 Gregorio XVI concede di poter celebrare la festa della Virgo Drepanitana con l’Ufficio e la Messa de Communi col rito doppio di prima classe, con l’orazione propria e l’aggiunta della sesta lezione nel Mattutino, tratta dal sermone di san Bernardino da Siena, nonché l’elogio nel Martirologio Romano.
“Poiché sembra conveniente che la solennità di Maria SS. di Trapani venga celebrata con l’Officio e la Messa propria e non comuni” e siccome “la festa si rende più solenne quando l’Ufficio vien formato da encomi proprii e non comuni a qualunque altra festività”, il 13 maggio 1908, dietro istanza di Mons. Francesco Maria Raiti, Vescovo di Trapani, carmelitano, il papa San Pio X approva l’Ufficio proprio e la Messa della “B. M. V. Drepanitanæ” con relativa ottava. Conferma l’elezione della stessa Ss. Vergine a Patrona Principale della Città, già fatta dai giurati e dal popolo il 26 febbraio 1790, e ne estende il patrocinio a tutta la Diocesi di Trapani, fissandone la data per la celebrazione del giorno festivo della Madonna di Trapani, al 16 agosto preceduta dalla solenne "Quindicina", espressione più alta degl'innumerevoli e devoti pellegrinaggi che vedono accorrere al Santuario fedeli di ogni luogo per venerare la gloriosa Madre di Dio.
Della fama di tanto onorato Simulacro, la quale echeggia per tutta l'Europa, per il bacino del Mediterraneo sino al lontano continente Americano dove tutt'oggi viene festeggiata dai suoi figli che fin lì ne hanno narrato le grandezze.
PREGHIERA
(Composta da papa Giovanni Paolo II in visita alla Città l'8 maggio 1993)
Vergine dell'Annunciazione
ridona speranza alla nostra società
riempi del tuo gaudio spirituale
quanti, qui a Trapani,
in questa terra ricca
di fermento e rinnovamento
dedicano la loro esistenza ai fratelli.
Vergine della Visitazione,
immagine viva della Chiesa
sii Tu Modello di servizio
e di evangelizzazione.
Benedetta, sii Tu, o Maria! Amen.